Ogni domenica mattina alle ore 10.45 la comunità si riunisce per il culto domenicale al cui centro è la lettura della Bibbia e il sermone cioè lo studio, il commento e l'attualizzazione delle letture bibliche. Le preghiere e i canti rendono partecipe la chiesa tutta e alcune persone della chiesa che affiancano la pastora o il pastore nella liturgia. Due volte al mese viene fatta la Santa Cena in memoria della divisione del pane e del vino che Gesù ha compiuto con i suoi discepoli in tempo di Passione. Alla mensa tutte e tutti sono accolti, grandi e piccoli, protestanti o cattolici ecc. perché questo è un gesto di comunione tra le persone che formano la comunità e tra la chiesa e Dio.
Nonostante diverse accentuazioni dottrinali rispetto alle chiese cattoliche e ortodosse, il culto evangelico nella sua struttura corrisponde all'antica prassi delle prime comunità cristiane, le cui tracce sono tuttora visibili nelle liturgie di tutte le chiese (ad esempio, liturgia della parola e liturgia eucaristica nelle messe cattoliche).
A parte le complesse differenze nell'interpretazione dell'eucaristia, la discordanza fondamentale è che nel culto evangelico non può mancare la predicazione, mentre nella messa cattolica non può mancare la parte eucaristica, intesa come centro della liturgia.
La predicazione della Parola di Dio è infatti il centro e la base di tutto il culto.
V'è spazio per il canto e per la preghiera, il riferimento alla Bibbia determina tuttavia anche i contenuti degli inni cantati e delle preghiere pronunciate. Semplicità e sobrietà sono tratti distintivi del culto evangelico che non necessita di luoghi o tempi particolari. Anche la funzione del predicatore che preside l'assemblea non ha alcun carattere sacro. La sua funzione è distinta non tanto per questioni di principio ma soprattutto per ragioni pratiche, in quanto la comunità stessa riconosce in tale persona particolari competenze in materie bibliche nonché la maturità nella fede.
La struttura del culto, basata sull'alternarsi delle letture bibliche, del canto e delle preghiere può essere suddivisa in seguenti sezioni:
- l'apertura
- la confessione del peccato
- la lettura della Bibbia
- la predicazione
- la confessione di fede
- la preghiera d'intercessione
- la chiusura con la benedizione finale.
La Cena del Signore è celebrata solo in alcune occasioni. In linea di principio è la comunità stessa che decide la frequenza della sua celebrazione che può variare da quattro volte all'anno fino alla frequenza mensile. Nell'ordine del culto la Cena del Signore s'inserisce tra la confessione di fede e la l'intercessione. Le sue principali parti sono:
- il racconto della sua istituzione tratto dal Nuovo Testamento
- preghiera di ringraziamento (dal verbo greco eucharisteo deriva il nome "eucaristia" usato nelle chiese cattoliche e ortodosse)
- invocazione dello Spirito Santo
- la frazione del pane e la benedizione del calice del vino
- la distribuzione del pane e del vino alle persone partecipanti.
Anche in questo caso qualunque persona chiamata dalla comunità può presiedere la celebrazione della Cena del Signore.
Tale prassi è legata alla visione biblica dei sacramenti che sono due: la Cena del Signore appunto e il battesimo. Questi segni non hanno altra funzione che rappresentare le promesse del Signore davanti ai nostri occhi e anche di esserne pegno, devono essere considerati come delle "appendici dell'Evangelo", intese a confermare e rappresentare il suo contenuto, subordinate dunque alla Parola letta e meditata nella Bibbia, annunciata e spiegata nella predicazione.
Un invito a conoscerci da vicino: una sezione che sinteticamente definisce il modo di intendere il cristianesimo da parte dei protestanti e dei valdesi in particolare, per comprendere i punti d’incontro così come quelli distintivi della nostra confessione rispetto alla dottrina cattolica.
Per i valdesi al centro della fede cristiana vi è la lettura e il confronto con la Sacra Scrittura, ecco perché la predicazione è un momento molto importante del nostro culto.
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