11 novembre 2024 – Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) porterà una forte voce morale alla COP29, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà dall’11 al 22 novembre a Baku, in Azerbaigian. In questo incontro cruciale, il CEC sosterrà un’azione per il clima incentrata sulla giustizia, chiedendo finanziamenti significativi per il clima, protezione delle comunità più colpite dal cambiamento climatico e una rapida transizione dai combustibili fossili.
Il pastore Jerry Pillay, Segretario generale del CEC, ha sottolineato l’urgenza etica di questo momento: “Come persone di fede, crediamo che affrontare la crisi climatica non sia solo una necessità scientifica, ma un profondo obbligo morale radicato nei valori cristiani di giustizia e compassione. Esortiamo le nazioni più ricche a dare l’esempio, riconoscendo la loro responsabilità storica e sostenendo una risposta globale che soddisfi i bisogni dei più vulnerabili, onorando la creazione di Dio e sostenendo il nostro impegno a prenderci cura gli uni degli altri”.
Alla COP29, il messaggio chiave del CEC è di chiedere alle nazioni sviluppate di ridurre drasticamente le emissioni di combustibili fossili. Inoltre, il CEC sottolinea l’urgenza di aumentare i finanziamenti per il clima per assistere le comunità che devono far fronte all’onere degli impatti climatici, in particolare quelle che dispongono di minori risorse.
Il CEC, poi, esorta i leader globali ad affrontare i profondi impatti extra-economici del cambiamento climatico, come la perdita culturale e i traumi, che colpiscono in modo sproporzionato le popolazioni indigene e altre comunità vulnerabili.
“Gli impatti del cambiamento climatico vanno oltre il danno fisico; toccano il cuore stesso delle comunità, erodendo il patrimonio culturale e l’identità spirituale, in particolare per i popoli indigeni” ha dichiarato Athena Peralta, direttrice della Commissione del CEC per la giustizia climatica e lo sviluppo sostenibile. “I piani finanziari per il clima devono considerare queste perdite intangibili, rispettando e proteggendo le conoscenze indigene, vitali per le soluzioni climatiche resilienti”.
La delegazione del CEC, composta da rappresentanti di diverse regioni, sta lavorando a stretto contatto con i partner religiosi e della società civile, tra cui l’ACT Alliance, la Federazione luterana mondiale (FLM) e il Comitato di collegamento interreligioso alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che il CEC co-presiede. Attraverso l’impegno ecumenico e interreligioso, questi soggetti mirano ad amplificare un appello collettivo per un’azione climatica efficace e giusta, cercando di garantire che la COP29 promuova impegni fondati sull’equità, la responsabilità e la compassione.
Un invito a conoscerci da vicino: una sezione che sinteticamente definisce il modo di intendere il cristianesimo da parte dei protestanti e dei valdesi in particolare, per comprendere i punti d’incontro così come quelli distintivi della nostra confessione rispetto alla dottrina cattolica.
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